Coronavirus: facciamo chiarezza sulla pulizia degli indumenti, alimenti, igiene personale

marzo 19, 2020by Digital FormedicaCoronavirusNews

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È vero che posso contrarre il coronavirus dalle scarpe che ho usato per uscire a fare la spesa?“; “Devo mettere i vestiti in quarantena una volta rientrato/a a casa?“; “Come devo pulire il cibo che compro al supermercato?“.

Nelle ultime settimane, tutti noi abbiamo sentito rivolgerci queste domande. Pareri discordanti di amici e parenti, audio WhatsApp provenienti da dubbie fonti non fanno che alimentare il nostro senso di confusione. Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza.


Pulizia delle superfici: le indicazioni Ministeriali


Il sito del Ministero della Salute tratta così l’argomento della pulizia delle superfici:

“Le informazioni preliminari suggeriscono che il virus possa sopravvivere alcune ore, anche se è ancora in fase di studio. L’utilizzo di semplici disinfettanti è in grado di uccidere il virus annullando la sua capacità di infettare le persone, per esempio disinfettanti contenenti alcol (etanolo) al 75% o a base di cloro all’0,5% (candeggina). Ricorda di disinfettare sempre gli oggetti che usi frequentemente (il tuo telefono cellulare, gli auricolari o un microfono) con un panno inumidito con prodotti a base di alcol o candeggina (tenendo conto delle indicazioni fornite dal produttore). (Fonte: ISS)”


Nello specifico: parlano gli esperti


Il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro, intervistato da today.it sostiene che i dati “mostrano come il virus può sopravvivere da qualche ora a qualche giorno laddove su queste superfici rimangano completamente protetti o non vengano esposti a pulizia a opere di disinfezione o a fenomeni naturali come sole e pioggia. Ma sappiamo anche che è molto sensibile ai disinfettanti a base di cloro e alcol e che si trasmette attraverso droplet o contatto attraverso mano”.

Per Franco Locatelli (ISS), invece, “l’eventuale contagio attraverso superfici è assolutamente marginale rispetto a quello interumano, che resta la vera modalità di trasmissione. Il virus per replicarsi ha bisogno di cellule, da solo non ce la fa, è possibile che le goccioline di saliva cadendo su superfici in ambienti domestici o di lavoro per un po’ mantengano queste cellule ma è proprio per questo che raccomandiamo di lavarsi spesso e bene le mani”.

E ancora, Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano constata: “È vero, il virus può sopravvivere qualche giorno, ma con una carica virale irrisoria. La sporcizia, ovvero il substrato organico, può in qualche modo facilitare la sopravvivenza del microrganismo, ma è davvero irrisoria la quota che può essere portata dalle scarpe. Questi virus sopravvivono sulle superfici laddove non vengano esposti a disinfezione ma anche elementi come sole, pioggia, intemperie”.

In conclusione, è impossibile nella vita quotidiana conoscere:

  • Se una superficie è infetta;
  • Quanto sopravvive il virus su quella superficie;
  • La carica virale del virus presente su quella superficie.

Quindi il consiglio è sempre lo stesso: Per precauzione, pulite sempre le superfici con prodotti a base di alcol o cloro, anche dentro casa; lavatevi spesso le mani.


Pulizia di vestiti e scarpe


Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’università di Pisa, pur precisando che “La possibilità che il virus persista sull’asfalto e sui pavimenti e possa successivamente generare aerosol (…) oggi non dovrebbe preoccuparci” sul suo blog invita comunque i cittadini a lasciare le scarpe fuori casa (“è una buona abitudine che resterà utile per il futuro”)

Come dobbiamo comportarci allora con i vestiti? Per Walter Ricciardi dell’Oms, “lasciare fuori casa scarpe e vestiti è una buona norma igienica, bisogna sempre ‘disinnescare’ oggetti e vestiti per chi va a contatto con ambienti potenzialmente contaminati e poi lavarsi accuratamente le mani”. In un intervista per romatoday.it  aggiunge poi “la pratica della disinfezione di strade e superfici è molto importante, così come è necessario mantenere le distanze e lavarsi spesso le mani”.


Pulizia alimenti


Altro tema scottante: come dobbiamo pulire vivande e cibi comprati al supermercato?

Sempre secondo Brusaferro “è altamente improbabile” che la malattia possa essere trasmessa “con i cibi confezionati”, anche se è “una possibilità che non possiamo escludere”.

In ogni caso però, Antonello Paparella, professore di Microbiologia alimentare all’università di Teramo, ha spiegato al ‘Fatto Alimentare’ che sarebbe meglio  “tenere separati gli alimenti cotti e crudi durante la conservazione: in frigorifero la verdura deve restare nel suo cassetto, carne e pesce crudi in contenitori a tenuta e gli alimenti cotti in recipienti coperti. Senza dimenticare di usare, dopo la cottura, utensili diversi da quelli impiegati per gli alimenti crudi e di lavare accuratamente le mani prima e dopo la preparazione”. Insomma, tutte indicazioni che valevano e valgono a prescindere da questa nuova emergenza in cui ci troviamo a vivere.

Il virus non sopravvive al processo di cottura: per gli alimenti cotti il rischio dovrebbe essere infinitesimale. Per i cibi crudi, continua Paparella – il rischio è molto basso in quanto raramente questi alimenti vengono conservati “subito dopo la raccolta o la produzione”, e durante il tempo necessario per la distribuzione “il virus dovrebbe perdere vitalità”.

In ogni caso, il consiglio è sempre quello di lavare accuratamente frutta e verdura e di pulire adeguatamente le superfici della cucina.


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